nulla deve essere creduto se prima non è stato compreso

Abelarso (1079-1142) fu un pensatore medievale che si distinse per il suo approccio razionalista e critico nei confronti della teologia e della filosofia. Contrariamente alla tradizione filosofica che dominava il pensiero medievale, che tendeva a fondare la fede religiosa sulla rivelazione divina e l’autorità della Chiesa, Abelardo enfatizzò il ruolo della ragione e dell’intelletto nella comprensione della fede e di come gli uomini procedano verso il credere nel divino.

Secondo Abelardo, la fede e la ragione non sono incompatibili, ma piuttosto si integrano reciprocamente. La ragione umana può essere utilizzata per comprendere razionalmente le verità della fede e per chiarire i misteri della religione. Egli sosteneva che l’intelletto deve precedere la fede, nel senso che bisogna sforzarsi di comprendere razionalmente ciò che si crede prima di accettarlo come autentico.

Per Abelardo, non dovremmo credere ciecamente solo perché qualcuno ci dice di farlo o perché una dottrina è stata tramandata per secoli. Invece, dovremmo esaminare criticamente le credenze, sottoporle a un esame razionale e cercare di comprenderne le ragioni e le implicazioni. Solo attraverso questo processo di comprensione razionale possiamo ottenere una fede solida e consapevole.

Tuttavia, Abelardo non negava l’importanza della fede stessa. Riconosceva che c’erano aspetti della fede che superavano la comprensione razionale umana, ma sosteneva che anche in questi casi, l’intelletto poteva aiutarci a esplorare e approfondire la comprensione di tali misteri, sebbene non potessimo mai afferrarli completamente con la ragione umana.

In conclusione, il principio “nihil credendum nisi prius intellectum” di Abelardo ci invita a esercitare la nostra ragione e la nostra intelligenza per comprendere razionalmente ciò che crediamo. La fede e la ragione non sono separate, ma piuttosto si sostengono reciprocamente. Per Abelardo, il mistero può essere affrontato e compreso nella misura in cui utilizziamo la nostra ragione per esaminarlo, anche se alcune verità possono superare la nostra comprensione razionale.