Batman, alias Bruce Wayne, e Devil, alias Matt Murdock, sono due personaggi rispettivamente della DC comics e della Marvel Comics che incarnano la soggettività di un pipistrello . Batman è il prodotto della paura che il giovane Bruce ebbe fin da bambino dei pipistrelli. Mentre costruiva l’identità del vigilante decise che la sua paura, il pipistrello, sarebbe diventata la paura dei criminali e così realizza un travestimento ispirato all’animale per terrorizzare i suoi nemici. Devil è invece l’umano che si muove usando i sensi di un pipistrello. In un incidente, che lo espose  al materiale radioattivo venne privato della vista, ma  aumentò i suoi sensi rimanenti oltre le normali capacità umane . L’evento traumatico  gli donò il  “senso radar”.


In un celebre saggio pubblicato nel 1974, il filosofo americano Thomas Nagel si chiedeva che cosa si prova ad essere un pipistrello. Il suo punto di partenza è che, nonostante la conoscenza scientifica sull’anatomia e il comportamento dei pipistrelli, non possiamo davvero capire come essi vivono il loro mondo, perché non possiamo entrare nella prospettiva del loro sistema sensoriale. Come scrive Nagel, “non possiamo conoscere in prima persona come è essere un pipistrello” (1).

Il problema che Nagel affronta è quello della coscienza, dell’esperienza soggettiva che ogni essere vivente sperimenta nel mondo e con il mondo.

Secondo il Nagel, non possiamo ridurre questa esperienza a una descrizione oggettiva delle proprietà fisiche del cervello o dell’ambiente, ma dobbiamo prendere sul serio il punto di vista del soggetto stesso, in una prospettiva fenomenologica.

“Ciò che è come un soggetto di esperienze non può essere estratto dallo studio oggettivo dell’esperienza”, scrive Nagel.

Ma come si relaziona questo problema con i pipistrelli? Nagel sostiene che questi animali hanno un sistema sensoriale molto diverso dal nostro, basato sull’ecolocazione, ovvero la capacità di emettere suoni ad alta frequenza che si riflettono sugli oggetti e permettono di localizzarli e identificarli. Questo significa che i pipistrelli, come Devil il supereroe dell’universo Marvel, percepiscono il mondo in modi che per noi sono del tutto estranei. Come si sentirebbe ad avere una visione “sonora” del mondo?  Come faremmo a immaginare una realtà che per noi non ha forma o colore ma solo suoni?

Nagel non cerca di rispondere a queste domande, ma cerca piuttosto di mostrare che c’è un limite alla nostra comprensione del mondo esperienziale degli altri esseri viventi. Non possiamo sapere come si sente un pipistrello, ma possiamo almeno riconoscere che c’è qualcosa da sapere, qualcosa che va al di là della semplice descrizione fisica dell’animale o delle descrizioni che la scienza può dare.

L’articolo di Nagel ha avuto una grande influenza sulla filosofia della mente e sul dibattito sull’esperienza soggettiva. Ha mostrato che la coscienza è un mistero profondo, che non può essere risolto semplicemente con l’indagine scientifica o con la descrizione oggettiva degli stati cerebrali. Ha inoltre suggerito che l’empatia e la sensibilità verso gli altri esseri viventi richiedono una consapevolezza della loro vita esperienziale, che va al di là dei fatti esterni. Essere un pipistrello, insomma, è un’esperienza che non possiamo comprendere appieno poiché  nessuna nostra esperienza è simile alla sua; a parte le esperienze di  Devil e Batman, ma questa è un’altra storia. 

1 T. Nagel, Cosa si prova ad essere pipistrello ? Traduzione Italiana ed. Castelvecchi (2020).

2 Ivi.