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di Francesca De Bellis  

Laureata in letteratura teatrale presso l’università di Torino
Studente II anno al Master triennale in Counseling Filosofico ISFiPP (Torino)

Insegnate di lettere in una scuola media della periferia Torinese

Non è mai stato facile per me concentrarmi su una riflessione che avesse come tema il senso della vita. Temo la facile retorica, così come il capitombolo nell’inciampo del troppo dire o del troppo svelare. Ritengo che il senso sia spesso legato ai sensi della propria partecipazione nel mondo, con una forte porosità e permeabilità agli accadimenti che questa, di volta in volta, ci porge. C’è un dinamismo inatteso e potente che guida il senso che attribuiamo alle cose che ci circondano, non sempre accelerato e coeso come vorremmo, ma sicuramente stimolante. Anche adesso, nella spinta drammatica e pandemica di un virus che attraversa tutto il mondo, o quasi, c’è l’effetto estenuante di una sospensione, di un vuoto, di un divieto imposto, necessario. In questa dimensione di attesa, il mio pieno accelerato, quello che dà confine e sostanza alle mie giornate, è tutto condensato nel mio lavoro: rivoluzionato, riscoperto e riplasmato, che apre nuove strade percorse, finora, solo a metà. Dal momento che trovo riduttivo parlare di DAD (acronimo che più volte ho associato, sorridendo fra me e me, alla figura di un grande padre saggio di anglofona memoria), preferisco concentrarmi su ciò che questa didattica ha fatto emergere in me, arricchendo di nuovi sensi il senso del mio lavoro. Voglio farlo attraverso quello che, inaspettatamente, o con inaspettate sfumature, mi hanno restituito i miei allievi e i loro genitori. Riporto solo stralci di dialoghi, a volta interrotti per pudore o per inesperienza, spesso carichi di errori sintattici, di motteggi infantili, lucide acquisizioni, ringraziamenti sentiti. Testimonianze frammentate che costituiscono solo la forma di un bagaglio emotivo che ha attirato molto la mia attenzione. Dunque, sicuramente, il mio personale ed inalienabile senso aggiuntivo.

Sofia: prof, ma adesso saremo per un po’ qui tutti insieme vero?

Melina: scusa se disturbo prof, ma quanto ho preso nella lettura di Lisabetta da Messina?

Khadda: come faccio ad attivarla… la fotocamera…io all’inizio l’ho attivata e poi è sparita

Mamma di Mattia: perché poi lui è contento, così anch’io

Enzo: prof a me mi servirebbe aiuto per la verifica pk non la so fare, mi aiuteresti?

Alessia: prof, non sento più niente

Aya: io voglio tornare a scuola

Mamma di Daniele: Siete bravissime, grazie ancora per tutto questo

Nicole: quindi domani alle 11.00 per storia su WeSchool!!

Vidal: prof ma come ha fatto ad avere tutti i nostri numeri?

Ferdinando: una new entry, io sono Ferdinando il genio della classe

Ayman: oggi è davvero andata bene prof!

Carlotta: prof, la gente non deve uscire, punto e basta

Francesco: che poi noi prendiamo la cartina muta e la facciamo parlare

Mamma di Fady: come potere dire grazie. Grazie.